La ricerca etnico-musicale di Pietro Cirillo

Pietro Cirillo considerato dalla critica un virtuoso dei tamburi a cornice ,ha sviluppato una straordinaria capacità di muoversi attraverso i generi e gli stili musicali rielaborando un nuovo linguaggio sul tamburello e chitarre etniche in una modalità personalissima, al contempo originale ed espressiva. Percussionista di strumenti appartenenti alla cultura mediterranea , svolge da anni un’intensa attività di studio, di insegnamento e di ricerca in ambito etno-musicale e musicoterapico. La sua musicalità istintiva e profonda lo spinge a ricercare continuamente territori nuovi e sonorità moderne che lo rendono un artista con una forte tendenza all’indipendenza e all’esplorazione di culture nuove.

Interprete del multiculturalismo e della frontiera dei linguaggi frequenta assiduamente come strumentista e compositore la nuova musica di tradizione popolare-mediterranea
Da alcuni anni lavora sulle possibilità di integrazione tra i moduli espressivi della tradizione mediterranea e la musica popolare.

Il patrimonio musicale del passato è quello che ci resta delle vite già vissute. Qualcosa di cui a volte non abbiamo coscienza ma che appartiene a tutto quello che facciamo o che siamo. Bisogna studiare approfonditamente le proprie radici musicali per poter capire come la nostra musica popolare sia figlia di una unica madre “ il mediterraneo”.Ecco, allora che la musica e il ballo sono modi per non dimenticare il patrimonio del passato; essi veicolano storie, pensieri, desideri e aspettative. Sono l’anello di collegamento tra passato e futuro.

La musica della nostra terra ci porta in contatto con delle realtà in cui troviamo delle grandi affinità quindi il Mediterraneo per noi può essere una forte alleanza perché è un naturale sbocco, un punto di incontro per noi e quindi alleanza mediterranea significa contrapporre una musica che è una sintesi nuova, forte rispetto alle multinazionali. Ed in automatico i ritmi e le melodie del maghreb, dell’Algeria , della Tunisia ecc.. si sposano meravigliosamente con quelli della nostra terra trovando delle affinita’ che affondano le loro radici in un passato molto lontano.

Pensiamo al nostro sud, alla cultura magica per esempio del Salento, del Gargano, della Calabria della Lucania e di Napoli, evidentemente è più protesa verso questi sud così lontani che non verso la nostra cultura occidentale, quindi la nostra musica è un punto di incontro, è un trampolino verso questi sud.

Innanzitutto la Taranta è una vibrazione che appartiene a tutte le regioni del sud, evidentemente nella differenza per esempio tra la Spagna e l’Italia, la Spagna con il suo flamenco ormai da decenni afferma la sua identità che è fatta di musica, che è fatta di poesia, di arte, di cinema etc., l’Italia era assente da questo riconoscimento internazionale in cui ogni paese, soprattutto quelli del sud, hanno una propria identità. L’identità era affidata ad una tarantella olografica degli emigranti tradizionale finta, riportare l’energia della Taranta significherebbe innanzitutto innamorarsi di questo rito così arcaico e misterioso e poi soprattutto riconoscerne il valore musicale.